Abbiamo voluto tradurre integralmente l’intervista di “This is Black Metal” a Yovel. È una lunga e approfondita discussione che tratta poco di musica in senso stretto ma ne parla molto in senso più esteso, e dove trova molto spazio l’aspetto politico della musica, cosa per noi fondamentale.
Pur con le nostre differenze riteniamo importantissimo il contributo di questi compagni greci, sia per l’esplicitazione del concetto di “musica per gli oppressi”, sia per il loro punto di vista sulla presenza del fascismo nel black metal. Se la rivoluzione non è un pranzo di gala, non lo è nemmeno l’opposizione al nazismo.


Yovel è una giovane band che viene dalla Grecia. In questa intervista hanno risposto alle nostre domande dall’album di debutto “Hɪðəˈtu”, una conversazione iniziata dalla musica e che si è espansa sulla loro visione della vita, società e di quanto concerne la scena Black Metal.

This is Black Metal: Qualche mese fa è uscito il vostro album d’esordio. Che ne pensate ora? Cambiereste qualcosa? Anche se, essendo così recente immaginiamo di no…

Yovel: La nostra preoccupazione principale era di essere coerenti con quanto ci siamo preposti. Congiurare un concetto mentale solido partendo interamente da un’impressione sonora; rendere uditivo il percorso che occorre tra il trauma al trionfo. Vogliamo presentare un concept album reale per tutti coloro che rifiutano di inginocchiarsi, sfidandoli a rispondere ad una domanda molto semplice: vi unirete a noi nell’unica guerra che val la pena combattere?
In quel senso ci sentiamo completi. Al contempo ci piacerebbe cambiare delle cose; specialmente aggiungere un pezzo “post-credits” che abbiamo lasciato fuori. Una sorta di “canzone dell’indomani”, che serve come spirale che lo connetta al nostro secondo disco [concept]. Ma immagino lo faremo uscire “stand-alone” nei prossimi mesi. Siate avvisati e fatevi trovare pronti.

TIBM: I vostri testi sono sicuramente abbastanza differenti dai pattern usuali del black metal. Ad essere onesti è proprio questa differenziazione che mi ha portato a notarvi in primo luogo. Diteci qualcosa rispetto ai vostri testi. Quanto sono importanti per la vostra musica?

Yovel: I testi non sono solo parole scritte; sono la punta di lancia di ogni canzone. Sono gli attori che calcano il palco creato dalla musica, che parlano la “lingua comune”, il comune denominatore tra miliardi di persone. Attori che realizzano uno scenario costruito a misura del nostro Piano: l’unità degli oppressi. Capire il proprio nemico. Studiare il nostro nemico. Ribaltare la paura nel campo avversario.
Vogliamo distruggere la correttezza politica dell’estabilishment black metal, che ci vorrebbe imporre di non allontanarci dal pattern “Sangue, Carne, Satana”. Sappiamo ora che questo è l’equivalente della triade “troie, pistole, soldi” della cultura rap, a cui gli altri generi si allineano.
Questa correttezza politica rappresenta un progetto simmetrico di “all-music”, ingegnato per promuovere la stupidità sociale, con l’obiettivo di produrre una lobotomia auto-indotta, che vorrebbe seppellire i “War Pigs”, “One”, “Refuse/Resist”, “Voice of the Voiceless”, “Kentucky” (e la lista va avanti) del nostro tempo. Noi ci discostiamo con orgoglio da questo percorso.
I testi non dovrebbe essere stigmatizzati. L’audace obiettivo di esporre il tuo pensiero cosciente sul mondo che ti circonda non dovrebbe essere oggetto di una scelta sull’auto-censurarsi o meno. E questo vale specialmente per le migliaia di musicisti appartenenti alla classe lavoratrice che “vivono” la propria musica. La libertà di parola costa cara quando dice il vero, quando annuncia la verità dei nostri tempi. Pavlov Fyssas lo sapeva. Timur Kacharava lo sapeva. Silvio Meier lo sapeva. La libertà non è gratuita.

TIBM: Avete citato i vostri testi, a causa loro io personalmente vi catalogherei come parte del movimento RABM. Ci potete spiegare perché non è diventato un contrappeso all’NSBM? È possibile concentrarsi solo sulla musica, ignorando i testi o il credo di una band durante l’ascolto?

Yovel: Sei riuscito a infilarci 3 domande! Cerchiamo di essere precisi
Se noi fossimo parte del Red & Anarchist Black Metal, puoi stare sicuro che lo dichiareremmo. Ad ogni modo noi rivolgiamo un caloroso saluto a coloro che hanno intrapreso questo percorso. La sfida non è equilibrata ma al contempo è coraggiosa e necessaria.
Questo perché il National Socialist Black Metal non è “un sottogenere del Black Metal”. L’NSBM è parte dell’ideologia e della forma organizzativa neonazista. Una serie di band, gruppi politici, etichette discografiche, promotori, editori, produttori radio siti e merda di vario genere che talvolta dichiarano esplicitamente il proprio pensiero o (più spesso) si nascondono dietro la musica che amiamo, alla maniera di “Goebbels”. I nazi e fascisti celati dall’aspetto “satanico”, legati a doppio filo con l’ordine costituito. Guarda cosa sta accadendo già oggi con la Kiev post-Maidan, dove nazisti e fascisti rampanti stanno cercando di stabilire un centro europeo dell’NSBM per fini politici.
Lete non deve vincere. I nazisti sono l’eterno “Piano B” del capitalismo: quando crollano i profitti si crea rancore tra i poveri, la guerra tra i poveri. Per diffondere la divisione.
C’è tutto un contesto storico originatosi con la “seconda ondata del black metal” che può aiutare nell’analisi di questi tentativi di infiltrazione. All’epoca la (necessaria) battaglia contro le religioni organizzate, specialmente la cristianità, assieme con il contesto “mistico” proprio del nostro genere, ha costituito il campo dove i fascisti hanno investito ideologicamente ed esteticamente. Il ritorno al paganesimo e alla “vecchie maniere”, assieme all’immagine del guerriero bianco, del lupo solitario. Lo slittamento dalla modernità al romanticismo e all’elitismo è stata una condizione che risuona molto bene con tutti coloro che si sentono soffocati dal contemporaneo. Ovviamente è un grosso errore quello di attribuire le tradizioni vichinghe, folk o pagane ai nazisti. Questo è semplicemente il loro modo per conquistare una certa influenza all’interno della nostra musica.
Essere acclamati come eredi dell’unico sopravvissuto del “fratricidio norvegese”: Vikernes.
A coloro che dicono “stai zitto e ascolta la musica” diciamo “il silenzio sarà il tuo unico amico quando verranno a prenderti, nella nebbia notturna, perché sei “diverso”. E tutti lo siamo.
La musica è storia. La musica è passione: La musica è le nostre vite. La musica è il tessuto delle nostre società.
Se resti con le mani in mano, sei uno schiavo della peggior specie. Uno schiavo che non osa mettere nulla in discussione.

TIBM: Di recente molti concerti di band quali Marduk, Watain o Taake sono state cancellate, soprattutto negli Stati Uniti, per via di accuse di nazismo da parte di gruppi antifascisti. Pensate che sia un po’ troppo?

Yovel: Tutte queste band, quando gli sono state poste domande in merito all’utilizzo di simboli della Germania nazista, hanno risposto nella stessa maniera. Dicono di farlo per scioccare e/o che amano “la storia”. Dicono di voler soltanto provocare. Il fatto è che se il tuo obiettivo è provocare con il nazismo non dovresti sorprenderti se lo centri (tramite una reazione equivalente alla provocazione). E questo è quello che, sommariamente, sta accadendo.
I comunicati stampa delle band citate, però, dichiarano di essere “apolitici, solo satanici e niente più. Ma grattando la superficie vedrai di più. Vedrai Morgan Steinmeyer Håkansson (Marduk) che si esprime a nome della band contro l’immigrazione in Svezia, dicendo che è fiero che suo nonno abbia militato come ufficiale nazista tedesco durante la seconda guerra mondiale[1]. Più di recente vedrai altri membri dei Marduk che comprano materiale di propaganda nazista e audio-libri dall’NMR (partito neonazista)[2]. Vedrai Høst (Taake) che chiama il proprietario di un locale “Untermensch” (termine che appartiene alla terminologia nazista e significa “sub-umano”) mandandolo “a succhiare il cazzo ad un mussulmano” e che qualche anno fa è comparso su un palco con una svastica sul petto[3]. Vedrai il chitarrista live dei Watain (l’italiano Set Teitan degli Aborym, Davide Totaro) che lascia la band a seguito delle polemiche scaturite di un saluto romano[4]. Azioni e mentalità che protende pesantemente (per dirla con moderazione) verso l’estrema destra.
Quindi loro non sono vittime random di una “miope caccia alle streghe” orchestrata dagli antifascisti. Non è la libertà di espressione che viene messa in discussione (come nel caso della questione “Fox News / Milos Yiannopolous”), ma un dibattito sulla possibilità di band percepite come neonaziste di esibirsi all’interno di comunità locali. E per quanto possa sembrare strano, questa potrebbe essere anche per loro una possibilità di tagliare tutti i contatti con “gli hater” e operare una presa di distanza onesta seppure sacrificando una parte dei propri fan. Un “mea culpa” reale.
Il “Perché soprattutto negli Stati Uniti?” è un altro elemento interessante della tua domanda. Chi sono coloro che hanno cercato attivamente di cancellare dei concerti (Black Lives Matter, Antifa etc). Contro chi combattono (KKK, CIA, il “deep state” americano). Cosa sta succedendo negli Stati uniti oggi? Perché si sentono minacciati? Tutto questo va analizzato e tenuto in considerazione a sua volta, e non superficialmente.
Quello che sicuramente non è semplicemente “troppo” ma proprio ingiusto, è stata la cancellazione di uno show degli Woe in Germania per aver suonato con gli Inquisition in passato[5].
Al contempo però bisogna capire che le mobilitazioni sociali di questo tipo non sono materia accademica, da correzione di bozze, testi, da mentalisti. Possono essere “un po’ troppo”, possono sbagliare. Eppure la loro vigilanza tiene a galla le società, battendosi con la merda e i Trump del pianeta. Quello antifascista è parte di un movimento che ha una storia molto grande, quasi completamente dimenticata oggi. Noi siamo in debito con il movimento antifascista (nato nella Germania nazista), dovremmo almeno di studiare il loro contributo[6].

TIBM: Parliamo del vostro disco di debutto. C’è un sottotitolo “Il percorso dal Trauma al Trionfo”. Si può dire che i testi elaborano un concetto: dalla delusione verso un giuramento di continuare ancora più duramente in futuro; mi sembra un qualche tipo di promessa personale. L’ho capito correttamente?

Yovel: La vita è una promessa, una promessa che facciamo con ogni singolo respiro. La vita è anche disperazione, lotta, gioia, rabbia. La vita è la musica che riveste le nostre quotidiane strade a fondo chiuso.
Siamo parte di, e per, gli oppressi. Non dobbiamo fare ulteriori promesse. Dietro alle promesse si cela l’urgenza insicura che affida le parole al vento, la volontà di trovare forza dall’infuori di sé.
Ma oltre le promesse si apre l’attrazione per i tremiti del futuro. Per la libertà e la giustizia vera per tutti coloro che fanno girare questo mondo.
Veniamo dal basso per regolare i conti. Nessuna promessa. Solo attitudine.

TIBM: La Grecia sta attraversando da anni una crisi capitalistica ed i suoi risultati affliggono principalmente la classe lavoratrice. In definitiva, quanto “tardi è per il capitalismo”? Si può aggiustare la situazione senza un grosso cambiamento nella struttura capitalista, come l’attuale governo dichiara?

Yovel: Quando a Chicago i sindacati si sono riuniti a Haymarket Square nel primo maggio del 1886 chiedendo la giornata lavorativa di 8 ore, i padroni hanno risposto che questo sarebbe andato “contro la libertà” ed hanno ordinato alla polizia di uccidere. Non potevano nemmeno sopportare l’idea di dividere la giornata con il lavoratore. Qualche anno prima, in Inghilterra, avevano dichiarato che “abbandonare il lavoro minorile” o persino moderarlo a 12 ore di lavoro al giorno non era sostenibile per via “della crisi”. Potremmo continuare per ore… la stessa formula è utilizzata oggi. “Crisi” e “Crescita”, due facce della stessa moneta. La loro moneta.
Quindi la questione primaria si pone nella verità generale della razza umana, fino ad ora. Oppressori ed oppressi. Da che parte stai? Cosa sei disposto a fare per questo?
Stime sbagliate e pretendenti non meritevoli accompagneranno sempre ogni lotta e riusciranno anche a soffocarle per un po’. Ma da Spartaco in poi abbiamo sempre trovato un modo per diventare “fratelli alla catena” anche per semplici istanti nel tempo. I ricchi, però, hanno sempre escogitato qualcosa per soffocarci. Dobbiamo trovare un modo per finirla con questa fatica di Sisifo. Distruggere la roccia. Sfuggire al cortocircuito.
In quel contesto il capitalismo (troppo) in ritardo è in realtà “scaduto”. Non “finito”. Sta a noi seppellire lo zombi.

TIBM: Recentemente avete avuto il vostro primo concerto dal vivo. Come è stato? E qual è stata la reazione del pubblico? Hanno apprezzato? Ci saranno altri live?

Yovel: Suonare “Hɪðəˈtu” dal vivo, suonare musica per gli oppressi, con loro, redime; sei completo solo quando sei (dal) vivo, sul palco. Il nostro debutto ne è stata una prova. Da ora in poi andremo ovunque ci chiameranno per tenere accesa la fiamma. Che i nostri cammini si incontrino.
TIBM: Il 9 maggio del 2018 ha segnato il 73esimo anniversario della bandiera rossa sventolante dalla cima del Reichstag. Negli anni recenti, specialmente dopo il 1991, c’è stato un tentativo di distorcere la storia ed equiparare nazismo e comunismo. Qual è la vostra opinione al riguardo?
Yovel: Immaginiamoci, giusto per interesse rispetto al precedente argomento, che una storia alternativa si fosse avverata. Invece che la bandiera rossa sul Reichstag, svastiche su Mosca, Leningrado, Stalingrado, Londra, completando quindi il piano nazista di conquista dell’Europa continentale (tralasciamo il resto del mondo). Cosa avrebbe comportato la vittoria nazista per le nazioni a vario grado “subumane” nell’Est e Sud Europa? Per tutti i “non ariani” nell’Europa occidentale? Un incubo infinito di schiavitù e indegnità! Quello era il piano. Carestie, genocidi, schiavitù, campi di concentramento. Repressione e miseria totale.
Noi dobbiamo ricordarci il tentativo fallito. Possiamo solo immaginare un “successo” contemporaneo. Sicuramente non staremmo avendo questa conversazione oggi, se avessero vinto.
Persino nella Germania rigonfia di Pervitin[7] il piano era semplice. Vivi da nazista o morirai con il “Reich”, come indegno. Le migliaia di dodicenni o tredicenni morti a Berlino, a cui fu assegnato un panzerfaust rotto e mandati a crepare restano come un testimonianza eterna e silente. Chiaramente Krupp, General Motors, G.P. Morgan Chase, Standard Oil, Coca-Cola, Wall Street e tutti i borghesi sarebbero felici. Hanno finanziato Hitler. Sono stati resi ancora più ricchi da Hitler.
Ma noi? Che posto avremmo in questo incubo Kafkiano?
Ma questo tentativo che descrivi non riguarda veramente l’Unione Sovietica e i nazisti; cerca di eguagliare comunismo e nazismo nella visione del mondo. Di più: non è tanto diretto al passato quanto al presente e al futuro. Questo revisionismo di ciò che accadde non ci vuole far dimenticare la storia ma i valori, i principi, i sacrifici. Gli incubi venuti alla luce che sono stati sconfitti a caro prezzo (60 milioni di morti) e devono rimanere sconfitti.
Ernest Hemingway ha detto: “Chiunque ami la libertà ha un debito con l’Armata Rossa che non può essere ripagato.”
Ti fa pensare a chi potrebbe dire qualcosa come questo nello scenario alternativo che abbiamo ipotizzato.
È strano no?

TIBM: Dal momento che abbiamo parlato principalmente di temi non musicali, arrivati alla fine, mi piacerebbe se indicassi 5 dischi che più ti hanno influenzato, e 5 libri che hanno determinato la tua mentalità.

Yovel: È stata una tua scelta quella di monopolizzare l’intervista in questo senso ma non ci dispiace. Risponderemo a qualsiasi domanda ci venga posta, anche se in maniera indiretta dovesse profilarci. Questo è un momento della storia dove ciò che concerne il black metal ed il metal estremo (e la società in generale) è in movimento e agitazione. Tempi interessanti davvero.
Quindi, rispondendo alla tua domanda finale, siamo subito chiari: sopra a tutti ci sono i Death e Chuck.

Detto questo, album:

  • Pink Floyd – “Dark Side of The Moon”
  • Slayer – ”Seasons in the Abyss”
  • Rotting Christ – “Κατά τον Δαίμονα Εαυτού”
  • Primordial – ”The Gathering Wilderness”
  • Opeth – ‘’Blackwater Park”
  • (+1) Emperor – Anthems to the Welkin at Dusk

Letteratura:

  • Q (Qoheleth / Ecclesiastes) – “Luther Blissett”
  • Bertolt Brecht – “Stories of Mr. Keuner”
  • Niccolo Machiavelli – “The Prince”
  • Jack London – “The People of The Abyss / The Iron Heel”
  • François Jullien – “In Praise of Blandness: Proceeding from Chinese Thought and Aesthetics”
  • (+1) George Orwell – 1984

TIBM: Infine, sentitevi liberi di aggiungere qualsiasi cosa vogliate!

Yovel: Il Black Metal è il genere più ricco che esista. Il suo vero potere è quello di essere libero, nella sua dissonanza, da forme precostituite; invita i “non esperti” (come noi) a provarlo, sperimentare, creare. In questo senso possiede un’aura DIY e “dal basso”. Un’autenticità generata dall’esplorazione del proibito, sia vocalmente che musicalmente.
Il Black Metal è inoltre la forma musicale più estrema che ci sia. Gli Yovel vogliono renderla la più pericolosa. Spostarsi dagli schemi esistenti e dall’ossessione anticristiana e dall’infinita introspezione individualistica. Trasformarla da un terreno di coltivazione di odio per il diverso ad un punto di raccolta collettivo per la vendetta verso i potenti.
L’estremo è pericoloso quando pianta a terra la bandiera della rivolta contro lo status-quo. La musica estrema deve essere anti-sistema (o non è estrema).
Come i leggendari Rotting Christ hanno dichiarato: Non Serviam.
Questo è il nostro manifesto. Chiediamo a tutti coloro che sentono quello che sentiamo noi di incrociare i nostri percorsi.

Qui lo streaming dello stupendo di “Hɪðəˈtu” degli Yovel

yovel live
Yovel Live

[1] http://www.heavyblogisheavy.com/2017/02/28/gospel-of-the-worm-marduk-antifa-and-the-continuing-poisoning-of-the-discourse/
[2] https://www.etc.se/kultur-noje/marduk-revealed-ties-neo-nazi-party
[3] http://thedarkskiesaboveus.blogspot.com/2018/11/it-fuori-i-taake-dalle-nostre-citta.html
[4] http://loudwire.com/watain-guitarist-set-teitan-steps-away-photo-nazi-salute-circulates-online/
[5] http://www.metalinsider.net/festivals/woe-and-ultha-removed-from-festival-for-performing-with-inquisition
[6] https://en.wikipedia.org/wiki/Antifaschistische_Aktion
[7] https://en.wikipedia.org/wiki/Drug_policy_of_Nazi_Germany