Pervers bin ich
Du schüchterst mich ein,
du Monstruum.

[EN] One EP and one single under the young quartet aus den Katakomben Berlins belt, both from 2022, both amazingly enjoyable. This won’t be a review as much as a heartfelt exhortation to go and stop wasting your life not listening to Mimesis. It will be hagiographic as it can be, because they deserve much praise. I haven’t been so enthusiastic about discovering a new band in a long, long time, may Comrade Satan preserve ecofeminist black metal forever!

[IT] Soltanto un Ep ed un singolo sotto la cinta del giovane quartetto aus den Katakomben Berlins, entrambi del 2022 ed entrambi assolutamente godibili. Questa non sarà una recensione quanto, piuttosto, un invito accorato a smettere di sprecare la tua vita non ascoltando i Mimesis, agiografico quanto possibile, perché se lo meritano. Non mi sono scoperto così entusiasta scoprendo una nuova band per un periodo molto lungo, possa Compagna Satana preservare il black metal ecofemminista!

Italiano sotto ↓

Sangay
Sangay

Let’s start with the most recent offering, the single Sangay, which is, and I quote Wikipedia here, “an active stratovulcano in central Ecuador”. The track, almost eight minutes in length, is, for as much as I can understand it, an anthem to such an impressive natural formation, spanning half a million years of geological history and always, always active beneath the Earth’s surface. The lyrics, in German, are basically a thrash/black metal essay in Kantian sublime, when human finitude is met with a “titan”, with a Monstruum eliciting in the observer the feeling of their own limitedness, of their own being an inconsequential speck of matter in a colossally vast cosmos. It makes for a sombre listening experience.
Musically wise, after the brief bass intro, the song just explodes into a flurry of second-wave cold riffage and screamed vocals. The constant changes and shifts in pace keep the listeners on their toes, eager to know what will come, while a rabid voice enumerates the reason why you should feel humbled by existing in a place where such an impressive entity exists as well. The track doesn’t overstay its welcome, and at the end, it feels like four or five minutes at top have passed. The main riff is repeated with variations, now quicker now slower. The track, in my opinion, shines the most in the slower passages, which, at the fifth minute circa, gives way to an almost danceable (or, at the very least, headbangable?) section. The song then opens with an outro played by the same bass that introduced the song in the first place. Bass, guitar, vocals and drumming are always on point and you can perceive how much punk the band members have listened to. The songwriting is top-notch for such a young project and the track is very much worth revisiting.

Mimesis I
Mimesis I

Now, to the EP (Mimesis I): two tracks of melodic black/thrash with a punk sensitivity and, well, some Spanish guitarra thrown in the mix. The first track, ¡Sie schlägt zurück!, which translates to “She fights back!”, starts as a mournful description of the natural devastation to come, only to develop into some furious battle cry. The drum easily switches between a punkish tupa-tupa (forgive me, for I have no better way to describe it, but tupa-tupa is the law) to some accents here and there, embellishing the song and the guitar phrasing. In the second half, the main riff is repeated, and then the pace changes, becoming slower, and the promise of Nature fighting back is repeated, like an irate mantra. The guitar is just mouthwatering, like, literally, you just can’t forget the motive.
The second track, Moria, makes its entrance in a quicker fashion, only to turn and twist in its 8 minutes of length (as a fan of longer tracks, no complaints coming from me here) and choosing, at points, some kind of slower tempo. The clean chorus, singing in Spanish and in German a sad and mortal destiny of indifference, works really well in giving the track a more epic breath. The guitar takes on a little bit more dissonance and the songs, kind of expectedly but abruptly nonetheless, changes drastically, becoming a dialogue between clean singing, a bass, and then a raspy scream. The fury is back just to bid its farewell; absolutely impossible to not find something of your liking in such a multifaceted and diversified musical offering.

Enough of writing about music: listen to Mimesis on their Bandcamp, form your own idea about them, buy their stuff and SVPPORT this promising project from Berlin, I know with certainty we’ll do it.

Service note: the band will be touring various countries from the end of May. And, with Bologna Hardcore and Crossed Shows, we are able to organise a gig in Bologna, for free, on the first of June. More info on the Italian tour on the band’s Instagram.

Mimesis 2023 tour


Pervers bin ich
Du schüchterst mich ein,
du Monstruum.

Soltanto un Ep ed un singolo sotto la cinta del giovane quartetto aus den Katakomben Berlins, entrambi del 2022 ed entrambi assolutamente godibili. Questa non sarà una recensione quanto, piuttosto, un invito accorato a smettere di sprecare la tua vita non ascoltando i Mimesis, agiografico quanto possibile, perché se lo meritano. Non mi sono scoperto così entusiasta scoprendo una nuova band per un periodo molto lungo, possa Compagna Satana preservare il black metal ecofemminista!

Sangay
Sangay

Cominciamo dall’offerta più recente, il singolo Sangay, il quale altro non è, e cito Wikipedia, che “uno stratovulcano situato nell’Ecuador centrale”. La canzone, di quasi otto minuti, rappresenta, per quanto mi sia dato comprendere, un inno ad una formazione naturale di simile impatto, un vulcano la cui vita geologica si dipana in mezzo milione di anni e che è sempre stato, ed è, attivo sotto la crosta terrestre. Il testo, in tedesco, è sostanzialmente un saggio breve in forma black/thrash metal sul sublime kantiano, quell’incontro tra la finitudine umana ed un “titano” sovrumano. Un incontro con un Monstruum che ingenera la sensazione, la percezione della nostra limitatezza, della nostra inconsequenzialità, del nostro essere minuscoli frammenti di materia in un cosmo inconcepibilmente vasto; è un esperienzache ci rende più umili.
L’aspetto sonoro non è da meno; dopo un breve intro di basso, la canzone semplicemente sembra esplodere in una furia di freddi riff da second wave e canto in scream. I cambi e le variazioni di ritmo tengono l’ascoltatore sulle spine, in attesa di ciò che arriverà, mentre una voce rabbiosa elenca le ragioni per cui ti dovresti sentire onorato di esistere in un posto dove un’entità così solenne esiste a sua volta. La traccia non abusa dell’ospitalità e, alla fine, dà l’impressione di non essere durata più di quattro o cinque minuti. Il riff principale è riprodotto con delle variazioni, talvolta più veloci o più lente. La traccia, a mio avviso, brilla nei suoi passaggi più lenti, i quali, all’incirca al quinto minuto, aprono ad un passaggio quasi ballabile (o, quantomeno, scapocciabile?). A questo punto il brano crea spazio per un finale suonato dallo stesso basso che introdusse la canzone in primo luogo. Basso, chitarra, voce e batteria sono sempre perfetti e si può percepire quanto punk sia stato ascoltato dai membri della band. La scrittura è di prim’ordine per un progetto così giovane e varrà la pena riascoltare la traccia.

Mimesis I
Mimesis I

Ora all’EP (Mimesis I): due traccie di black/thrash melodico con una sensibilità punk e, beh, qualche giro di guitarra spagnola buttanta nel mezzo. Il primo brano, ¡Sie schlägt zurück!, che si traduce in “Lei si difende!”, inizia con una lugubre descrizione di un’imminente devastazione naturale, per poi trasformarsi in un furioso grido di battaglia. La batteria passa facilmente da un tupa-tupa punkeggiante (scusatemi ma non ho modi migliori per descriverlo, il tupa-tupa è la legge) a degli accenti qua e là, i quali abbelliscono la canzone e il fraseggio della chitarra. Nella seconda metà, il riff principale viene ripetuto, e a quel punto il ritmo cambia, diventando più lento, e la promessa della resistenza della Natura viene ripetuta a mò di mantra adirato. La chitarra mette l’acquolina in bocca, tipo che veramente non ci si può scordare il motivetto.
La seconda traccia, Moria, fa il suo ingresso rapidamente, per poi ribaltarsi nei suoi 8 minuti di durata (come fan delle tracce lunghe, non c’è da parte mia alcuna lamentela qua) e scegliere, a questo punto, qualche tipo di tempo più lento. Il coro pulito, che canta, in spagnolo e tedesco, un destino triste e mortale di indifferenza, funziona molto bene nel dare al pezzo un afflato più epico. La chitarra assume più dissonanza e il brano,inaspettatamente ma nondimeno in modo brusco, cambia drasticamente, introducendo un dialogo tra un cantato pulito, un basso e un urlo roco. La furia è tornata solo per salutare; è assolutamente impossibile non trovare qualcosa che vi possa piacere in un’offerta così diversa e multisfaccettata.

Ma basta parlare della musica, ascoltate Mimesis sul loro Bandcamp, fatevi la vostra idea a riguardo, compratevi la loro roba e SVPPORTATE questo promettente progetto di Berlino, perché sicuramente noi lo faremo.

Nota di servizio: la band sarà in tour in vari Paesi a fine maggio. E, insieme a Bologna Hardcore e Crossed Shows, riusciremo a organizzare una loro data a Bologna, AGGRATISE, il primo giugno. Maggiori informazioni sul resto del tour, sull’Instagram della band.

Mimesis 2023 tour