Sottoscriviamo e condividiamo il comunicato dell’Antifascist Black Metal Network riguardo alla guerra tra Ucraina e Russia.
Questa mattina la maggior parte di noi si è svegliata con la notizia che la guerra che ci aspettavamo era iniziata, o più correttamente si è intensificata, dal momento che questa guerra continua dal 2014 e ha già causato migliaia di morti.
Come network crediamo di dover chiarire la nostra posizione a riguardo per due ragioni.
Per prima cosa, le scene black metal locali, quelle del tipo che l’Antifascist Black Metal Network è nato per combattere, sono state intimamente coinvolte nella preparazione di questo conflitto sia in Russia che in Ucraina, diffondendo odio nazionalista e foraggiando gruppi paramilitari di estrema destra, e in secondo luogo, come persone di sinistra, comuniste e anarchiche, dobbiamo affrontare il proverbiale elefante nella stanza.
Questa è una guerra dove nessun lato combatte per la giustizia. È instigata da un lato da un governo di destra sostenuto dalla NATO che ha costantemente favorito il suo movimento neonazista, e dall’altro da una dittatura de-facto, imperialista, sponsorizzata dal totalitarismo, il razzismo istituzionale e il fondamentalismo religioso.
Chiariamo che scegliamo di non prendere la parte di nessuno di questi opportunisti guerrafondai vestiti da neoliberisti.
Nel nome della solidarietà di classe, scegliamo di stare dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici in Ucraina, colti nel mezzo dell’imperialismo della NATO e della Russia, con il loro stesso governo complice nella loro vittimizzazione.
Come internazionalist, stiamo con le minoranze Ucraine e Russe, che hanno già patito le tensioni razziste volontariamente intensificate per creare le condizioni per la guerra.
Stiamo con i movimenti anti-guerra di entrambe le nazioni: le persone comuniste, anarchiche e antifasciste che stanno cercando di fermare un conflitto tra nazioni in un periodo così duro e dovendo subire la repressione e gli arresti da parte dei propri governi.
Opponendoci ad ogni oppressione, stiamo con le minoranze e le persone LGBT+ che verranno ancora perseguitate, e con le donne che sono soggette ad abuso in ogni guerra, chiunque dovesse vincere (in caso accada).
Stiamo con coloro che scappano dalle proprie case, non sapendo se e quando vi torneranno, e che subiranno il “benvenuto” dalle autorità xenofobe delle vicine nazioni europee. Chiediamo a tutt di dar loro una mano, come possono.
Ma essere contro la guerra significa anche passare all’attacco. Alcune delle nazioni in cui stiamo stanno già preparando la loro stessa invasione. La macchina della guerra deve essere distrutta ovunque.
Nessuna guerra se non quella di classe: questa è ancora la collina su cui decidiamo di combattere.