Abbiamo tradotto liberamente un testo prodotto dall’Antifascist Black Metal Network, che trovate in inglese al link sottostante.
One of the greatest murders exercised by the hands of a state in recent memory
Uno dei più enormi massacri compiuti da uno Stato nella storia recente è avvenuto nelle acque nei pressi di Pylos, in Grecia, tra il 13 e il 14 giugno, quando un numero ancora non definitivo di persone, rifugiate e migranti, che spazia tra le 600 e le 700, sono morte come risultato diretto dei respingimenti compiuti da una nave della guardia costiera greca. Una barca sovraffollata, carica all’incirca di 700, 850 persone dirette vero l’Italia dalla Libia, ha effettuato una richiesta di aiuto nelle prime ore del 13 giugno. Lo Stato greco era al corrente di ciò da almeno venti ore prima dell’affondamento.
Nonostante le condizioni di sovraffollamento, pericolosità e inadeguatezza a stare in mare della barca, il governo greco ha annunciato che la guardia costiera non avrebbe tentato un salvataggio per una presunta volontà dei/delle migranti stess di non essere aiutat (un argomento completamente falso e vile in sé). Ma ciò che è emerso in poco tempo è la mezza verità che nascondeva qualcosa di molto peggiore. Infatti la guardia costiera ha tentato di legare la barca con una corda: non con l’intento di recuperarla, bensì per spingerla verso le acque maltesi, seguendo una prassi illegale e ormai consolidata da parte della guardia costiera greca.
Stando ai racconti dei/delle sopravvissut, questa azione ha causato un inclinamento della barca verso sinistra. La gaurdia costiera ha conseguentemente slegato la corta, ma un movimento della nave ha prodotto una grossa onda che è risultata nell’affondamento della barca.
Successivamente solo 104 persone sono state tratte in salvo, mentre sono stati rinvenuti più di 80 cadaveri e il resto delle persone è disperso, con pochissime probabilità che, dopo tutti questi giorni, siano sopravvissute.
Chi è sopravvissut sostiene di avere aspettato per 3 ore in acqua senza che la guardia costiera facesse niente, con il risultato di un ulteriore numero di morti evitabili. Infine molt sopravvissut sono stati picchiat e imprigionat dalle guardie dopo essere stat raccolt.
Questo è l’ennesimo evento all’interno di una serie infinita di crimini di Stato avvenuti nel Mar Mediterraneo, il quale risulta essere la rotta migratoria più letale del mondo, con più di 27 mila morti dal 2014. E non è solo la Grecia (benché questa sia la nazione più micidiale nella gestione costiera): le politiche anti-immigrati sono la norma in Europa, con il continente che diventa sempre più razzista e xenofobo, mascherandosi dietra un’ipocrita retorica progressista.
Le richieste di aiuto in mare sono spesso ignorate e le barche sono spesso pericolosamente respinte per scoraggiare chi emigra: un grosso numero di queste morti sono il risultato di queste pratiche che dunque sono imputabili alle mani insanguinate dell’Europa.
Vogliamo ricordare a chiunque che il concetto di “persona illegale” fa schifo, e che i confini aperti e la possibilità di muoversi e migrare non devono essere discussi. Morte ai confini e alle politiche razziste di Grecia e d’Europa! Supporto a rifugiat e migranti di tutto il mondo!
*la foto arriva da una manifestazione nel porto del Pireo di fronte agli uffici Frontex, lo striscione è dell’assemblea “Solidarity with Migrants”