La riflessione sottostante è stata scritta dal polistrumentista Draugr delle band black metal Galdr, Ancalagon e Obscurum dalla Georgia (USA).

È un’ammonimento.
Quando ho iniziato a interessarmi al black metal da ragazzino, attorno al 2005, non avevo idea di dove posizionarmi politicamente parlando. Sapevo solo quello che molte persone giovani conoscono in quel momento della loro vita: c’è qualcosa di sbagliato nel mondo. Le ragioni erano quasi troppo complesse per rifletterci.

Galdr
Galdr

Crescendo, come crescevano il mio interesse e la mia attività all’interno della sottocultura, le mie prospettive venivano sempre più plasmate sia dalle persone attorno a me che dal mio coinvolgimento in varie reti black metal. Crescere come persona bianca nel nord della Georgia non mi ha offerto una diversità di punti di vista che mi sarebbero serviti, mentre elementi e linguaggio dell’estrema destra venivano normalizzati sempre di più attraverso corrispondenza, black metal zines e simili. Ero arrivato al punto in cui non riuscivo veramente a riconoscere i vistosi segnali e dog-whistles delle organizzazioni di estrema destra.

Pensavo a me stesso come completamente apolitico. Anche quando avevo riconosciuto quei segnali, il mio condizionamento mi aveva permesso, al massimo, di vederlo come qualcosa di provocatorio, o di giustificare quel comportamento come il loro diritto alla libertà di parola in una sorta di ipotetico dibattito aperto sulla politica. E, nella peggiore delle ipotesi, di assorbire o ripetere a pappagallo idee e prospettive da quello schema di pensiero. Ero impressionabile ed entusiasta della scena e questo ha inglobato il mio mondo.

Ancora giovane e alla ricerca di ispirazione e risposte, le mie convinzioni personali che erano saltate da essere cresciuto in una famiglia buddista da una madre progressista, ad un ateismo dei primi “intellettuali” di Youtube alla Richard Dawkins, ad una “cristianità invertita per Satana” molto black metal, lasciavano posto a una spiritualità pagana che sentivo riflettere meglio la mia venerazione per la solitudine e la natura come il mio amore per la mitologia e il misticismo. Questa transizione ha anche aiutato a sfumare i confini verso l’iconografia ed il linguaggio di estrema destra, sfortunatamente per me, e sono diventato ancora meno sensibile al quel linguaggio e a quelle idee.

Questo è quando ho iniziato il mio progetto Galdr, attorno al 2008. Fino a quel momento con i membri della mia band avevamo pubblicato tape dei nostri progetti autonomamente oppure attraverso qualsiasi piccola etichetta di tape che volesse lavorare con noi. Tuttavia, sapevo di volere un miglior supporto discografico per il full-lenght che stavo scrivendo. Avevo iniziato a inviare una versione demo dell’album a varie etichette con maggior seguito trovate su Myspace, sperando che qualcuna accettasse di pubblicare il CD. Durante questo periodo mi sono imbattuto nella pagina Myspace di Darker Than Black. Dall’esterno appariva come una tipica etichetta black metal, lo slogan era qualcosa di dozzinale del tipo “Antisocial Art, Antisocial People”. Però avevano un bel po’ di seguito, quindi ho guardato la loro lista di band per vedere se qualcuna di quelle mi suonasse familiare.

Sembrava che fosse perlopiù popolata da cose dall’aspetto simil-militare mischiato con del pagan black metal non apertamente politico. Con il senno di poi, mi rendo conto che probabilmente c’era qualche motivo nel tenere la lista piena di band pagan politicamente ambigue, e sento un senso di rabbia ed imbarazzo per il fatto che la mia arte possa essere servita per ammorbidire l’immagine pubblica di un mucchio di fascisti. Tuttavia, avevo visto che gli Absurd stavano in cima alla lista. A quei tempi i miei pensieri a riguardo non erano “Oh merda, sono una band NSBM” – non mi interessava, ero in grado di passare oltre il fatto che avessero idee e legami con l’estrema destra: dopotutto era un loro diritto e mi sentivo che accettando ciò stessi prendendo una posizione completamente apolitica in merito. L’unica cosa che mi è saltata in mente dopo aver visto gli Absurd fu “Oh merda, è quella band che ha ucciso qualcuno, proprio come Burzum!”. Così ho trovato l’indirizzo e mandato una tape a chi, ai tempi, non sapevo fosse Kevin Möbius degli stessi Absurd.

La risposta fu molto rapida, penso siano passate una o due settimane prima che Darker Than Black mi contattò. Sostanzialmente il messaggio era che erano interessati a pubblicare qualsiasi full-lenght avessi completato. Gli dissi che ne avevo uno pronto da mandare e brani scritti per un altro album intero e altri in arrivo, quindi si decise che avremmo lavorato insieme per pubblicare il mio materiale nel futuro prossimo.
Per il primo paio di album le cose andarono abbastanza lisce. Continuavo inconsciamente ad assorbire prospettive dai peggiori angoli della comunità black metal ed ero ancora in grado di mantenere la mia prospettiva “apolitica” nonostante venissi a contatto con personaggi sempre più discutibili attraverso Darker Than Black e venendo a conoscenza di cose strane riguardanti l’etichetta come il fatto che gli sbirri avessero fatto irruzione da loro (per la vendita di materiale NSBM). Nella mia testa pensavo “è ridicolo, l’arte è arte, tutte le idee sono accettabili”, ma la realtà e la gravità della situazione avevano iniziato a rendere evidente da qualche parte della mia mente che molte delle cose che stavo accettando e a cui mi associavo avevano effetti reali ed erano dannose in modi che all’inizio non avevo capito.

A quel tempo l’aver lavorato per anni in posizioni sottopagate e conseguentemente aver analizzato la mia identità e condizione, assieme all’aver ascoltato esperienze di persone con storie diverse, mi portò a rivalutare la mia posizione politica: la mia prospettiva sul mondo stava maturando e stavo iniziando un percorso verso una più marcata coscienza di classe e verso l’intersezionalismo radicale. Nel 2014 era già trascorso qualche anno da quando avevo spedito a Darker than Black le registrazioni per il terzo album, ed ero in tour con gli Ancalagon. La Darker than Black se la stava prendendo comoda con l’uscita del full-lenght, con ritardi, cambi di programma, etc, e io stavo diventando sempre più disincantato e depresso riguardo a Galdr come progetto. Allora mi consideravo convintamente quello che ritenevo essere un “liberal”. Le mie posizioni sociali e fiscali erano sostanzialmente coerenti con le posizioni dei Democratici nella politica statunitense, incluso un attaccamento ad una libertá di parola assoluta, cosa che mi permetteva di associarmi alla Darker than Black. Nondimeno, il mio apprezzamento per quest’ultima scemava tanto più le mie posizioni politiche diventavano convinte, fino al punto di prendere in considerazione l’abbandono del progetto Galdr. La delusione che percepivo verso me stesso, che cresceva al crescere della mia maturità politica, mi spingeva a volermi dissociare completamente dal progetto e dalle sue associazioni.

Alla fine iniziai a concentrarmi esclusivamente sui miei altri progetti e smisi di preoccuparmi di Galdr e del terzo full lenght. Lo percepivo come un peso, qualcosa con cui avevo a che fare controvoglia e malvolentieri, invece della fonte di ispirazione che era stato. Finalmente, durante l’anno successivo, la Darker than Black mi scrisse per informarmi dell’imminente uscita del terzo album e chiedendomi di mandare loro il mio indirizzo al fine di ricevere la mia parte di CD. In quel momento della vita del progetto, mi sentivo assolutamente sconnesso con la mia arte in quel progetto, percependo una combinazione di frustrazione verso me stesso e senza speranza all’idea di dover trovare una nuova label che rilasciasse tre album che erano usciti in un periodo di pochissimi anni. Volevo soltanto dimenticarmelo. Quando i CD arrivarono, erano, al 50 o 60%, confezioni rotte, impacchettate alla cazzo. Fu l’ultima goccia: non feci nessuno sforzo per promuovere Galdr ulteriormente, e trascurai la presenza online e la corrispondenza afferente al progetto.

Dopodiché, il mio attivismo aumentò e si spostò più a sinistra, con un’attenzione all’espansione della mia concezione del mondo. La mia produzione artistica iniziò ad oscillare tra media e progetti, con uno sviluppo ulteriore della mia percezione e della mia filosofia come artista e come attore politico. La mia spiritualità si spostò nuovamente verso le fonti della mia educazione nel Buddhismo e Taoismo, realizzando me stesso come unico e intero nel presente. Con tutto il potere della creazione e della nascita diretto verso la mia produzione artistica. Di conseguenza, il “problema” Galdr si riaffacciò alla mia mente, con una certezza e sicurezza riguardo a ciò che dovevo fare affinché potessi ritrovare la passione riguardo il progetto che un tempo mi aveva inspirato. Così mi sono loggato alla pagina di Galdr e vi ho postato una dichiarazione riguardante la mia posizione politica e la Darker than Black, mettendo fine ai miei rapporti con l’etichetta. È stato rigenerante e ora sono felice di poter annunciare che la trilogia di album di Galdr sarà ripubblicata a breve (forse l’anno prossimo) grazie a una etichetta ancora anonima (e senza le stronzate NSBM!).

La scena black metal era una territorio di difficile navigazione per me come giovane ed entusiasta artista, e ho commesso alcuni gravi errori, ma sono felice di vedere che quest’oggi esista una forte corrente, interna alla sottocultura black metal, esplicitamente e rumorosamente antifascista. È una battaglia degna di essere combattuta, sia per l’arte che amiamo che per coloro che si appassioneranno a questo genere in futuro. È mia convinzione che questi “spazi” possano essere liberati, con uno sforzo collettivo, dalla presenza dei vermi fascisti.

Non ho alcuna idea riguardo a quanto la Darker Than Black possa aver guadagnato dalla mia musica, e il pensiero che possa aver utilizzato gli introiti dati dalla mia arte per finanziare attività di estrema destra mi fa venire da vomitare. L’unica risposta a mia disposizione è offrire il mio supporto incondizionato e i miei sforzi alla causa dell’antifascismo. Quest’oggi faccio il meglio che posso organizzandomi con il mio sindacato e combattendo per le popolazioni più vulnerabili in qualsiasi modo mi sia possibile. E, potete scommetterci, gli introiti dalle ristampe di Galdr e degli altri album dello One Void Collective che noi riceviamo andranno direttamente ad organizzazioni impegnate nella lotta per la liberazione e per il cambiamento radicale. Una di queste, dalla mia città natale di Atlanta, si chiama Solution not Punishment Collective, e i loro sforzi sono diretti a porre fine alle violenze poliziesche verso donne trans di colore, mentre cercano di costruire un “potere politico” per la comunità queer nere nella città. Noi, come collettivo, siamo fermamente convinti che la strada verso un futuro di speranza passi necessariamente attraverso la liberazione delle comunità nere.

(Ancalagon e Obscurum hanno appena pubblicato uno split. Ascoltate e supportate Galdr, insieme agli altri artisti dello One Void Collective, sul loro Bandcamp).


Questa riflessione è stata pubblicata originariamente in inglese su Decibel Mag.